APPELLO PER UNA COMUNITA’ VIVA, FELICE, COSCIENTE E PARTECIPATA A CASTELNUOVO BERARDENGA
PER UN COMUNITA’ FELICE, COSCIENTE E
PARTECIPATA
Questo è un
appello rivolto a tutti i SOGGETTI
CULTURALI del comune di Castelnuovo Berardenga, siano essi associazioni,
collettivi, cooperative, singoli operatori culturali, artisti, scrittori,
teatranti, musicisti, animatori, attivisti, singoli cittadini, persino realtà
imprenditoriali che producono cultura nelle loro attività dirette o
collaterali, per fare rete e collaborare al fine di rendere la nostra
collettività una comunità viva, attiva, partecipata e soprattutto felice e gioiosa (per tutto l’anno, inverno
compreso).
Pur nella loro
indipendenza di pensiero e aree di interesse, pensiamo che alcuni principi non
possono non essere condivisi da coloro che saranno disponibili ad accettare
questo invito. Sono principi generali, di valori, nella consapevolezza che noi
siamo parte del tutto e non separati da esso, che non possiamo considerarci
un’isola felice quando fuori dai nostri confini il mondo ribolle.
1. Innanzitutto,
allora, è necessario un impegno per la PACE
in ogni angolo della Terra (in Palestina, in IRAN, in Ucraina e negli altri 53
luoghi dove, oggi, sono in essere conflitti armati) e CONTRO IL RIARMO, in primis quello dei paesi europei. Le armi
chiamano guerra ed è un illusione, oltre che un imbroglio, il fatto che la PACE si ottenga con la deterrenza
armata.
2. In
secondo luogo è necessario battersi per alcuni valori etici fondamentali: il
rispetto per la vita, per l’altro, per il diverso, il diritto alla felicità di
ogni uomo e la PIETAS per chi è
costretto a subire la prepotenza dei più forti. Pertanto, nel tempo della
ferocia in cui siamo costretti a vivere, non si può non stare dalla parte dei palestinesi, sterminati a GAZA e in CISGIORDANIA dallo Stato di Israele in barba ai diritti
fondamentali.
Nello specifico,
invece, delle nostre attività culturali riteniamo che siano necessari i
seguenti principi e obiettivi:
·
Costruire un COMUNITA’ PERMANENTE E
GIOIOSA (che sia viva tutto l’anno) basata su una socialità partecipata e
felice, nella coscienza che l’autentica felicità è quella collettiva e,
soprattutto, che è un processo che si sviluppa nella lotta per il suo raggiungimento.
Occorre costruire, quindi, ambiti culturali stabili di incontro e di confronto (anche
di scontro, se necessario) basati sul piacere di stare in mezzo agli altri, di
divertirsi, di pensare, di porsi delle domande comuni. L’uomo è un CONDIVIDUO che acquista senso solo
nella relazione con gli altri uomini e con l’ambiente.
·
Intraprendere un’azione di PEDAGOGIA CULTURALE in grado di superare l’autoreferenzialità e lo
sterile localismo nella consapevolezza che anche il battito d’ali d’una
farfalla può provocare un uragano da un’altra parte del mondo e, quindi, noi,
anche se lo volessimo, non ne saremmo immuni. Occorre del tempo, certo, occorre
fatica, certo, occorre creatività, come no, occorre la disponibilità a “fare
scuola”, non lo neghiamo, ma, d’altro canto, occorre sempre ricordarsi che la
gente NON è “ignorante e pertanto gli diamo quello che chiede” bensì
semplicemente non conosce (e non per colpa sua) e quando le si dà qualcosa di
nuovo, di solito e se è ben spiegato, è felice di apprezzarlo, insomma la gente
è esattamente come noi. Noi siamo la gente!
·
Intendere la CULTURA come strumento fondamentale per porsi domande, per
sviluppare pensiero critico, per ricercare e formare categorie capaci di leggere
il mondo, per cambiarlo. La cultura intesa semplicemente come puro
intrattenimento, pur nella convinzione che è “vietato vietare”, è come la
televisione cioè lo strumento principale di disattivazione del pensiero
critico. Anche nei momenti ludici, nel gioco, nel divertimento, nelle feste
popolari, è possibile introdurre elementi che, direttamente o indirettamente,
permettono di riflettere e porsi delle domande. Quindi ci vuole il coraggio
della sperimentazione, del nuovo, della ricerca, abbandonando ogni liturgia o
ammuffita consuetudine.
·
Aprirsi a ogni tipo di CONTAMINAZIONE col pensiero delle metropoli e le altre culture del
mondo, con altre forme di espressioni artistiche o culturali. La diversità e lo
scambio devono essere dei valori che presiedono alle nostre attività. Solo nel
confronto/scontro (ovvero nel conflitto) delle idee e dei modi di intendere la
vita si possono fare passi in avanti per una socialità cosciente e viva.
·
Valorizzare quella parte di INTELLETTUALITA’ DIFFUSA del territorio che al momento si astiene
dalla partecipazione perché nessuno risponde alle domande che pone. Gli
intellettuali non sono orchi cattivi che mangiano i bambini bensì un patrimonio
della comunità. Bisogna capirli, non disprezzarli e spingerli, se vogliono, a
dare il loro contributo. È decisamente fuori luogo qualsiasi “elogio
dell’ignoranza” per cui l’importante è il fare e non il pensare.
·
Integrare le realtà culturali esistenti,
rifiutando la gabbia di una eccessiva istituzionalizzazione, in modo che si
sviluppi, pur nelle singole autonomie, una attività efficace, continua e coordinata.
Insomma occorre fare rete, promuovere reciprocamente le iniziative, organizzare
degli ambiti e dei momenti comuni al fine di dare un servizio prezioso per la
collettività.
Per
questo proponiamo un incontro nel mese
di settembre con tutti i soggetti culturali interessati per discutere di
questa proposta e valutare le modalità di come procedere. La data sarà definita
comunemente in seguito dopo aver raccolto tutte le adesioni a questo indirizzo libreriadelmondooffeso@gmail.com
oppure a questo numero di telefono 0577 139 1849.
IL
COLLETTIVO LA PARTE DEL TORTO
LA
LIBRERIA DEL MONDO OFFESO
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